Esattamente dopo 15 mesi dal Consiglio comunale straordinario sul deposito di scorie nucleari proposto dal gruppo Per il Bene Comune, e poi sostenuto da tutti i gruppi consiliari, nel quale si è ribadita la contrarietà al progetto e approvata l’adesione del comune di Viterbo al ricorso al Tar dei comitati, attendevamo con ansia le novità che giustificassero questa tardiva solerzia di Comune e Provincia nel convocare un nuovo consiglio straordinario sullo stesso argomento.
Mai abbassare la guardia, per carità! Ma avremmo non dovuto “dormire la notte” anche quando chi come i comitati, gli unici ad essersi mossi giuridicamente quando la politica era distratta, chiedevano di interloquire e non trovavano risposte. Bene al rinnovato spirito di condivisione, ma mai accetteremo ricostruzioni “in odore di santità” che tentano di autoassolversi e assolvere altri dal non avere fatto in tempo ciò che si poteva. Giunti a questo epilogo, più che tentare di ripulirsi, occorre guardare positivamente alla scelta del Governo sulla proroga dei termini di auto candidatura estesa anche alle aree non idonee, e al monito del presidente della Regione Francesco Rocca ai sindaci di non tentare “slanci in avanti”.
Più che la novità emerge in modo palese il tentativo del sindaco di Viterbo e del presidente della provincia di rifarsi il trucco politico sfruttando temi ambientali sui quali il Consiglio si è già espresso e soprattutto dopo che il Governo ha predisposto la norma sull’auto candidatura e il comune di Trino ha ufficializzato la disponibilità.
Il movimento Per il Bene Comune è sempre stato contrario al progetto del deposito nucleare e lo ha fatto sostenendo il coinvolgimento dei comitati e il confronto con le istituzioni quando per qualcuno vigeva “la regola del silenzio” e la sola richiesta di discussione era censurata come strumentale. Sentirsi oggi “tutti d’un sentimento” fa sicuramente bene, salvo constatare una, quantomeno singolare, ricostruzione “al pensiero unico” che ci richiama ad una preoccupazione che oggi, in realtà, appare ridimensionata per la scelta del Governo di aprire alle auto candidature anche ai comuni italiani non ricompresi nell’elenco delle aree idonee a ospitare il deposito.
Le vie legali vanno perseguite, ma occorre avere sempre le antenne dritte per “intercettare” le azioni di distrazione di massa.
Aldilà delle strategie autoreferenziali di chi ha indotto questa discussione, più funzionale alle prossime scadenze elettorali che a scongiurare un pericolo che appare ridimensionato, noi del gruppo Per il Bene Comune siamo stati e sempre saremo dalla parte di TUTTI i cittadini e rimaniamo fermi sulla posizione contraria al deposito delle scorie e alla devastazione del territorio che invece qualcun altro a Palazzo Gentili con il silenzio negli anni in cui faceva cartello con la vecchia gestione regionale ha consentito.