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La memoria corta di certi “politici” Viterbesi continua ad essere un vizio difficile da scardinare. Un vizio pericoloso per le comunità viterbesi che si ritrovano ad ascoltare “invettive” da parte di chi negli anni in cui la giunta Zingaretti sanciva la trasformazione della nostra provincia in Pattumiera del Lazio non ha fatto nulla per impedirlo.

A palazzo Gentili è andata in scena la commedia “delle accuse degli smemorati” da parte del Sindaco Frontini e del presidente Romoli verso la Regione Lazio in merito al dimezzamento della volumetria dell’ampliamento della discarica di Monterazzano. Un atto importante di cui va ringraziato il presidente, Francesco Rocca, la sua maggioranza e il capogruppo Sabatini, capaci in pochi mesi di gettare le basi per stravolgere lo scellerato sistema di gestione dei Rifiuti che proprio gli alleati politici di Romoli, avevano messo in piedi facendo diventare la Tuscia la pattumiera del Lazio.

Chi urla di più pensa sempre di avere ragione, ma in questo caso l’urlo di Chiara Frontini appare  vuoto come le minacce di impugnativa dell’atto che propone. Più che urlare frasi da neopopulista in cerca di riposizionamento, la sindaca Frontini avrebbe dovuto spiegare perché non ha inteso sostenere la proposta di referendum abrogativo dell’articolo 7.1 del piano regionale dei rifiuti. Altrettanto dovrebbe spiegare ai cittadini perché oggi se la Regione Lazio ha dimezzamento la volumetria dell’ampliamento della discarica di Monterazzano non lo ha fatto certo per le osservazioni formali che la sua amministrazione non ha presentato in tempo utile nell’iter politico-amministrativo.

Essere amministratori pubblici significa avere la forza di dire la verità sempre e raccontare ai cittadini onestamente le cose come stanno. Ed invece a Viterbo certi “politici” preferiscono la strada del populismo personalizzato che non serve ad altro che ricollocare le loro carriere politiche. La Regione Lazio del presidente Francesco Rocca ha tutt’altro che disatteso gli impegni: l’abolizione degli Egato dimostra la volontà chiara di archiviare una stagione politica che non ha certo portato benefici al territorio viterbese che, addirittura, aveva intravisto nel ciclo dei rifiuti la possibilità di “posizionare” ex politici “da ricollocare” a spese dei cittadini.

Il dimezzamento delle volumetrie di Monterazzano è un altro passaggio fondamentale per aprire un dibattito consistente sul futuro della gestione dei rifiuti nella provincia di Viterbo e concretamente lavorare perché la Tuscia non sia più la Pattumiera dl Lazio perché se qualcuno non se ne fosse ancora accorto la Tuscia è già la pattumiera del Lazio, ora si sta lavorando veramente e seriamente per ridarle la dignità che le hanno tolto.