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Ritrovarsi a scendere 14 posizioni nell’indagine annuale sulla Qualità della vita, elaborata dal Sole 24 Ore, dipinge sicuramente una provincia in seria difficoltà. Pochi sono gli indicatori che vedono il Viterbese capace di posizionarsi nelle “zone alte” della graduatoria nazionale, tanto da scendere sotto la provincia di Rieti nella classifica regionale. 

Fa riflettere il segno negativo registrato nella variazione pluriennale di ogni indicatore esaminato. La Tuscia, un tempo luogo apprezzato per il paesaggio e l’ambiente, oggi è in fondo alla classifica quando si analizza “l’uso efficiente del suolo”, lo è per la distribuzione di alberi ogni 100 abitanti, addirittura è ultima per la presenza di “isole pedonali”. Decisamente bassa la percentuale di “raccolta differenziata” (58,655%) nonostante una buona posizione nella classifica dei rifiuti prodotti (437,189 kg pro capire); in sostanza: si producono pochi rifiuti e si smaltiscono male.

Con la mobilità si toccano i punti peggiori dove il Viterbese è sempre tra le ultime dieci posizioni: piste ciclabili (100esimi), offerta trasporto pubblico (98esimi), passeggeri del trasporto pubblico (89esimi), vittime della strada  (98esimi), Ztl non pervenuti. 

Ma non solo: Viterbo è tra le province dove gli indicatori su Ricchezza e Consumi disegnano un quadro non positivo, sia in termini di Isee delle famiglie, sia in termini di costo della vita. Le famiglie viterbesi faticano in un contesto dove anche il mondo del lavoro e delle imprese sembrano non offrire opportunità. Criminalità, tessuto sociale, offerta culturale hanno altrettanto un’incidenza negativa che non può essere taciuta.

Un grido d’allarme che negli anni è rimasto inascoltato da chi poteva oggettivamente impegnarsi per il bene comune delle comunità della Tuscia e invece ha preferito rivolgere le attenzioni su altre necessità che, probabilmente, non erano quelle che manifestavano i cittadini. Il risultato negativo di Viterbo deve essere un monito per tutti, specialmente per chi è chiamato a rappresentare la Tuscia nelle istituzioni, evitando di perpetrare metodi ed errori che probabilmente hanno inciso e incidono sulla qualità della vita di tutti.