Di Nando Gigli ricordo la prima stretta di mano. Il suo gesto di alzarsi dai banchi del consiglio comunale e avvicinarsi per congratularsi con me per il primo intervento che avevo fatto nell’assise cittadina. Era la fine del 2008, erano trascorsi diversi mesi dall’insediamento dell’amministrazione comunale, mi cimentavo per la prima volta con l’esperienza politica in un contesto dove la sua figura spiccava su tutte.
C’era uno stile, un rispetto, una storia che Gigli raffigurava non solo nelle sue parole, ma soprattutto nei suoi silenzi e nei suoi gesti. Quella stretta di mano significava essersi guadagnati la dignità di sedere in consiglio comunale e rappresentare la città di Viterbo. Non bastava “occupare una sedia”, come purtroppo la politica di oggi talvolta si mostra nelle peggiori delle esperienze, ma bisognava dimostrare di avere qualità e competenza.
Nando Gigli ha rappresentato quella politica alta, che non sceglieva a caso ma osservava, valutava e richiedeva sostanza. Ho trascorso il mio primo incarico in consiglio comunale raccogliendo e imparando molto dal suo stare nelle istituzioni e nella politica. Gigli ha ricoperto ruoli importanti nella politica nazionale e regionale sempre con profondo rispetto, equilibrio e valore.
Da quella stretta di mano sono trascorsi anni, stagioni politiche ed esperienze amministrative diverse, ma il ricordo non si è mai sbiadito. Quando sono entrata in consiglio comunale lo scorso anno ho scelto di sedere dove sedeva Nando Gigli, perché specialmente in questa nuova esperienza amministrativa la testimonianza del merito deve essere l’esempio al quale rifarsi sempre.
Proprio nei giorni scorsi, nel dibattito consiliare, ho ricordato le parole di Nando Gigli, quando durante le votazioni, specialmente quelle che potevano sembrare un atto dovuto, diceva: “Alzare la mano non è mai un caso, c’è sempre una ragione”, perché un voto in consiglio comunale e nelle istituzioni, anche il più apparentemente innocuo, va espresso con la dovuta conoscenza e consapevolezza.
Alla famiglia Gigli rivolgo le mie più sentite condoglianze, in particolar modo alla figlia Federica.