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“Certe scelte non possono continuare ad essere perpetrate, la musica è cambiata e l’unica difesa che possiamo adottare è cambiare o modificare il Piano Rifiuti Zingaretti. La tentazione che in troppi hanno di vedere la Tuscia come unica pattumiera del Lazio deve finire”.

Il capogruppo di Per il Bene Comune in consiglio comunale a Viterbo, Luisa Ciambella, interviene con determinazione sul parere positivo espresso dall’Area rifiuti della Regione Lazio rispetto all’ampliamento della discarica di Monterazzano. Un documento che, seppur con numerose limitazioni, continua a identificare la discarica viterbese come destinataria di rifiuti provenienti da altre province del Lazio. “Va detto – chiarisce Ciambella – ai cittadini che al momento si tratta solo di un parere di un’area regionale, un passaggio che non ha compromesso, tantomento autorizzato, nulla. Certo è che tutte le istituzioni devono fare la loro parte e il territorio stavolta deve rispondere in maniera univoca”. 

“Purtroppo, questa scelta è figlia di quel Piano Rifiuti che la giunta Zingaretti aveva approvato, con la complicità di chi doveva rappresentarci sul territorio, e che condanna il Viterbese a farsi carico dei rifiuti di tutta la Regione – spiega Luisa Ciambella -. Da anni combattiamo questa battaglia proponendo già in campagna elettorale per le ultime comunali un referendum abrogativo parziale del Piano Regionale che abbiamo congelato perché Il presidente Francesco Rocca ha subito accolto la nostra proposta di salvaguardare la Tuscia impegnandosi, come ribadito dallo stesso consigliere Sabatini, a modificare il Piano regionale dei Rifiuti garantendo autonomia ai territori”. 

“Lo stesso comune di Viterbo – prosegue la capogruppo di Per il bene Comune – ha ribadito di aver votato negativamente, in sede di conferenza dei servizi, alla proposta di ampliamento di Monterazzano. Bene! Ma ora è necessario argomentare e strutturare dal punto di vista tecnico la motivazione del parere contrario”. 

“Certamente la modifica del Piano regionale non sarà un procedimento semplice, ma in questo modo si tutelerà la nostra provincia dalla tentazione di trasformarla nella pattumiera del Lazio – conclude Ciambella – I tentativi ormai smascherati da tempo di sfruttare la Tuscia in modo incivile come sta avvenendo per Arlena di Castro e ora di nuovo per Monterazzano, continuano a preoccupare, ma la posizione chiara espressa dal presidente Rocca è un monito perché questa politica delle servitù termini molto presto”.