Il riconoscimento dell’origine professionale del contagio da Covid-19 non ha alcuna correlazione con i profili di responsabilita’ civile e penale del datore di lavoro nel contagio. Questo è stato stabilito da una circolare INAIL lo scorso 20 maggio, la responsabilità civile e penale sono ipotizzabili solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche.
Ma stanotte questo principio è stato approvato in un emendamento in Commissione Finanze e Attività produttive congiunte della Camera dei Deputati, quindi diverrà legge, questo certamente ha un valore diverso. Con questa norma si evita di far cadere responsabilità su chi, imprenditore, manager privato, dirigente pubblico, dirigente scolastico rispetta le regole di sicurezza e salute dei lavoratori. Il rilancio del Paese sarà possibile solo tenendo insieme la salute, la sicurezza e il lavoro evitando di far incappare in “beghe giudiziarie” chi più rispetta le regole e chi più lavora.
A tale proposito diventa ancora più attuale un’ interrogazione al Sindaco Arena, nella sua qualità di massima autorità sanitaria sulla città, che feci in data 7 maggio, circa il conoscere il numero delle denunce Inail presentate dalla Asl di Viterbo, dalle RSA, dalle case riposo e cura e le aziende per i lavoratori contagiati da Covid 19. Non ho ancora avuto risposta ma sarebbe oltremodo inopportuno se anche alla luce di questa legge i nostri angeli, che tanto hanno fatto per noi, e continuano a fare in questa emergenza sanitaria, non abbiano la tutela che per legge gli spetta.
A distanza di 50 anni dall’entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori, non si può rischiare in nessun modo che tutele assodate per i dipendenti non vengano garantite. Questo non deve accadere, la legge che elimina la responsabilità civile e penale per i datori di lavoro per i contagiati da COVID 19 è un passo nella direzione giusta. Sono certa che tutto sarà stato fatto ma è nostro dovere averne certezza stando dalla parte di chi ha avuto un danno e lo ha avuto perché svolgeva diligentemente il suo lavoro.